San Francesco del deserto

Con una serie di cipressi quasi a chiuderne l’intero perimetro, l’isola di San Francesco si nasconde alla vista del visitatore. Un luogo romito, dal silenzio spirituale, ospita una comunità di frati francescani dediti alla meditazione, al lavoro e al raccoglimento. Fu proprio in questa isola che nel 1220 San Francesco, di ritorno dall’Oriente, decise di fermarsi a pregare e ne rimase profondamente colpito. A questo episodio, tramandatoci dal suo biografo San Bonaventura da Bagnoregio, fece seguito la volontà di fondare proprio qui un luogo di silenzio e raccoglimento. In seguito alla donazione dell’isola ai frati francescani da parte del proprietario veneziano Jacopo Michiel, nel 1233 nacque l’attuale convento di un ordine minore di frati francescani.

Con il suo convento, i suoi giardini con i cipressi, i due chiostri appartenenti agli inizi della fondazione e all’epoca rinascimentale, l’isola di San Francesco offre un’esperienza introspettiva intensa per tutti coloro che desiderano avvicinarsi al lato più spirituale della Laguna.

Forte Sant'Andrea

Nella Laguna Nord, di fronte al porto del Lido, si erge l’isola delle Vignole, alla cui estremità spicca subito il Forte di Sant’Andrea. Capolavoro di architettura militare, la fortezza, edificata intorno alla fine del Cinquecento su progetto del Sanmicheli, è costituita da grossi massi in pietra d’Istria. Da questo forte tuonarono per l’ultima volta le artiglierie della Serenissima quando nel 1797 il comandante veneto Domenico Pizzamano volle opporsi all’ingresso della nave francese “Le Libérateur” nel porto del Lido, colpendo a morte il comandante Lauger.

Anche se un lungo tratto della costruzione è purtroppo crollato per l’azione corrosiva e disgregatrice del moto ondoso sulla fondamenta, dalla Laguna è possibile ancora ammirarne il portone centrale e i due archi laterali in egual misura, distintivi dell’architettura san micheliana. Il restante lembo di terra dell’isola, così come ricorda la toponomastica, è dedito all’orticoltura e quindi ricco di campi coltivati e casette sparse.

Sant'Erasmo

L’isola di Sant’Erasmo si trova al centro delle Isole Murano, Burano e di Punta Sabbioni.

Utilizzata durante il Medioevo come porto di servizio delle isole di Murano e Torcello, essa sorge tra le imboccature di San Nicolò e Treporti, fungendo cosi da litorale divisorio tra la laguna e l’Adriatico. Sant’Erasmo è territorialmente più estesa di tutte le isole di quell’area, ed è comunemente chiamata “l’orto di Venezia”, grazie alla sua ricca agricoltura sviluppatasi nel corso dei secoli. Famosi sono i suoi carciofi, i cardi e gli asparagi; importante era anche la produzione di vino, grazie alle numerose vigne che occupavano gran parte del territorio agricolo.

Nonostante i numerosi appezzamenti di terreno, sull’isola è possibile visitare non solo la chiesa del Cristo Re ma anche la Torre Massimiliana, una struttura di carattere militare di recente costruzione. Essa fu eretta durante l’occupazione francese e austriaca con il fine di difendere la Laguna sfruttandone la sua posizione strategica. Oggi Sant’Erasmo è un’isola immersa nei colori e nella natura, un luogo tranquillo e fuori dalla vivacità della vicina Venezia.

Arsenale

L’Arsenale è un complesso di cantieri, officine e depositi da cui uscirono le navi veneziane base della potenza politica e militare della repubblica di Venezia.
Prima luogo periferico poi centro produttivo ed altamente specializzato per la costruzione di navi commerciali e da guerra.

Occupa circa 46 ettari della parte orientale della città. Difeso da una cinta di mura che racchiudono capannoni ed edifici.

Intorno si collocarono le abitazioni delle maestranze e le attività collaterali. Arsenale deriva dall’arabo “darsina-a” che vuol dire casa dell’industria che poi è diventato Darsena.

Sorto per volontà del Doge Ordelaffo Falier nel 1104. Venne progressivamente ampliato con una serie di cantieri a nord, la zona ovest fu invece destinata al reparto polveri da sparo e poi dopo un incendio è stata trasformata nel reparto galeazze.

Nella seconda metà dell’800 le mutate esigenze della marina militare portarono ad un drastico sconvolgimento all’interno del recinto “arsenalizio” per la creazione di tre nuovi bacini di carenaggio.

Durante la seconda guerra mondiale furono costruiti rifugi anti aerei in cemento armato. Il portale di terra dell’Arsenale è del 1460 ed è stato attribuito ad Antonio Gambello e si presenta come un arco trionfale.

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